Tutti prima o poi desiderano entrare dentro la mente di un artista, scoprire quali esperienze lo hanno segnato, quali pensieri lo attraversano.
Tutti prima o poi desiderano entrare dentro la mente di un artista, scoprire quali esperienze lo hanno segnato, quali pensieri lo attraversano. In “Essere artisti” è possibile farlo: David Lynch ci porta con sé nell’universo di sogni e visioni che anima il suo immaginario, quello che ha ispirato film come “Mulholland Drive” e “Strade perdute”. Tra aneddoti e riflessioni paradossali, il regista di “Twin Peaks” ci racconta la sua infanzia «fin troppo felice», il suo legame profondo con la musica e la pittura, gli autori che lo hanno maggiormente influenzato. Queste pagine ci consentono di scoprire, in modo inedito, la vita di un artista outsider come Lynch, ma soprattutto ci permettono di comprendere il lavoro che si nasconde dietro la creazione di un’opera d’arte. Perché il successo, «diavolo seducente», ci raggiunge in modo misterioso, ma per diventare un vero artista quello che conta è abitare il sottile confine tra intuizione e ispirazione. E su quella linea costruire le proprie idee.
David Lynch
David Lynch (Missoula, 1946) è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Ha diretto i lungometraggi Eraserhead. La mente che cancella (1977), The Elephant Man (1980), Dune (1984), Velluto blu (1986), Cuore selvaggio (1990, Palma d’oro per il miglior film), Fuoco cammina con me (1992), Strade perdute (1997), Una storia vera (1999), Mulholland Drive (2001, Palma d’oro alla regia) e Inland Empire. L’impero della mente (2006). Nel 2006 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Tutti noi desideriamo entrare prima o poi dentro la mente di un artista, scoprire quali esperienze lo hanno segnato, quali pensieri lo attraversano. David Lynch ci porta con se nell’universo di sogni e visioni che anima il suo immaginario, quello che ha ispirato film come “Mulholland Drive” e “Strade Perdute”.